NUOVA PUBBLICAZIONE SU AQUACULTURE NUTRITION!

27 agosto 2025, Rivolta d’Adda (CR). Nell’allevamento di specie carnivore come orata e branzino, è fondamentale garantire una dieta ricca di proteine per sostenere crescita e salute. Tradizionalmente, queste proteine derivano dalla farina di pesce (FM), un ingrediente altamente nutriente ma costoso, con risorse limitate e poco sostenibile dal punto di vista ambientale.
Negli ultimi anni, l’industria dell’acquacoltura ha cercato alternative più ecologiche, puntando su ingredienti vegetali come la farina di soia. Tuttavia, questi sostituti presentano diversi problemi: forniscono meno nutrienti, possono causare infiammazioni intestinali e, se utilizzati in eccesso, compromettono la salute dei pesci. Inoltre, la coltivazione intensiva della soia ha un forte impatto ambientale.
Per questo motivo, la ricerca si concentra su nuove fonti proteiche più sostenibili e funzionali. L’Istituto Spallanzani è da tempo attivo in questo ambito; il suo impianto operativo consente di testare diverse tipologie di diete per trovare il giusto equilibrio tra equilibrio nutrizionale e sostenibilità.
Recentemente, il Settore Acquacoltura ha collaborato con l’Università di Veterinaria di Milano nello studio “Innovative Protein Ingredients for Feeding Gilthead Seabream (Sparus aurata) Broodstock”, pubblicato sulla rivista Aquaculture Nutrition.
Nello studio, è stata condotta una prova alimentare su riproduttori di orata (Sparus aurata, L.) utilizzando una dieta di controllo e due diete sperimentali contenenti il 5% o il 10% di un mix di ingredienti proteici alternativi, in sostituzione della farina di soia. La miscela era composta da 40% larve di insetto (Hermetia illucens), 10% lenticchia d’acqua (Lemna minor), 45% Nannochloropsis gaditana e 5% Alaria esculenta, tutti in forma di biomassa secca. Questi ingredienti, ricchi di proteine, acidi grassi omega-3 e composti bioattivi, possono migliorare la digestione, rafforzare il sistema immunitario e sostenere la crescita dei pesci, soprattutto durante le fasi delicate della riproduzione e dello sviluppo larvale.
I pesci testati sono stati allevati in un sistema di acquacoltura a ricircolo e alimentati con le diete sperimentali per 3 mesi prima della riproduzione, per un totale di 7 mesi. Le uova fecondate sono state incubate fino alla schiusa e le larve appena nate monitorate fino al termine della fase di assorbimento del sacco vitellino. L’inclusione del 10% di ingredienti innovativi nella dieta dei riproduttori ha portato a un tasso di schiusa significativamente più alto; inoltre, la sopravvivenza delle larve fino alla fine della fase di assorbimento del sacco vitellino è risultata significativamente superiore rispetto alla prole proveniente da riproduttori alimentati con la dieta di controllo.
L’inclusione della miscela proteica, a qualunque livello, non ha prodotto differenze nella crescita delle larve. Le analisi morfologiche e istometriche hanno evidenziato una crescita di tipo ipertrofico durante la fase del sacco vitellino. L’espressione dei geni coinvolti nello sviluppo e nella crescita muscolare non ha mostrato differenze nel potenziale di crescita delle larve tra i gruppi. Nel complesso, l’uso di ingredienti alternativi nelle diete dei riproduttori di orata non compromette prestazioni e crescita larvale. Sono necessari ulteriori studi per valutare gli effetti a lungo termine della dieta dei riproduttori nelle successive fasi di crescita.
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