ACQUACOLTURA, MICROALGHE E ALLEVAMENTO ITTICO: PROGETTI AL BLUE SEA LAND 2018

“Partecipare a questa edizione del Blue Sea Land, Expo del settore agro-ittico-alimentare di livello internazionale, rappresenta per noi un’importante occasione di confronto con alcuni dei professionisti più esperti del comparto e con diversi altri istituti di ricerca con i quali sarà possibile scambiare opinioni e individuare nuovi spunti utili a migliorare ulteriormente le nostre attività, soprattutto nell’ambito dell’acquacoltura e delle microalghe che rappresentano uno dei fiori all’occhiello per l’Istituto Spallanzani. Preziosi contributi, quindi, che auspico utili ad individuare nuove strade possibili per questo settore, sempre più considerato dall’agricoltura come uno dei più concreti sbocchi futuri”.
Con queste parole Ettore Prandini, presidente dell’Istituto Spallanzani di Rivolta d’Adda (CR) e vicepresidente nazionale Coldiretti, motiva la partecipazione dell’Istituto al Blue Sea Land 2018 in programma da oggi a domenica 7 ottobre 2018 a Mazara del Vallo (TP).
Nell’ambito del convegno “Certificazione e valorizzazione delle filiere” tenutosi questa mattina, l’Istituto di ricerca di Rivolta d’Adda (CR) ha presentato i progetti Bioproduct e Medit-Reproduction (finanziati dai fondi FEAMP 2014-2020, ai sensi della Misura 2.47 relativa a “Innovazione in Acquacoltura”) con i quali, in partnership con il Distretto Pesca e Crescita Blu (COSVAP) e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia “A. Mirri”, si mira a promuovere lo sviluppo di filiere dell’allevamento ittico sostenibili.
I due progetti nel dettaglio:
- BIOPRODUCT – L’obiettivo del progetto è sviluppare una bioraffineria a base di microalghe integrata e sostenibile da cui ricavare prodotti per il settore mangimistico in acquacoltura, consentendo al contempo di migliorare il bilancio ambientale delle attività del comparto agroindustriale.
- MEDIT-REPRODUCTION – Mediterranean Trout Research&Reproduction – L’obiettivo del progetto è la conservazione della trota macrostigma, attraverso il controllo della riproduzione artificiale (creazione di una criobanca del seme) e delle tecniche di allevamento, l’utilizzo dei sistemi di marcatura individuali (microchip e fingerprinting genetico), lo sviluppo di linee di controllo specifiche e l’automazione dell’acquisizione dei dati biometrici.