Le microalghe trasformano i sottoprodotti della caseificazione in nuove risorse sostenibili
Una maggiore sostenibilità ambientale ed economica per le aziende lattiero-casearie è possibile oggi grazie all’impiego di microalghe per il trattamento dei sottoprodotti della caseificazione.
Recenti risultati ottenuti nel progetto “Il Polo delle Microalghe”, presso l’Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani, dimostrano come alcune microalghe possano crescere bene anche su scotta (siero residuo dalla produzione di formaggio o ricotta) e latticello (parte sierosa del latte che si separa durante la preparazione del burro), due prodotti generalmente considerati scarti della caseificazione, venduti a prezzi molto bassi agli allevatori del comparto suinicolo, oppure sottoposti a costose procedure di smaltimento.
Qui di seguito vengono riportati alcuni risultati preliminari delle prove condotte utilizzando Arthrospira platensis (comunemente nota con il nome Spirulina, Fig 1), un cianobatterio in grado di crescere in acqua salata e con interessanti proprietà nutrizionali, in quanto ricco di proteine, acidi grassi polinsaturi (PUFA), vitamine, pigmenti (ficocianina) e sostanze antiossidanti.
L’esperimento svolto alla scala laboratorio e successivamente replicato in fotobioreattori cilindrici da 100 litri (Fig. 2), ha dimostrato che il sottoprodotto scotta, opportunatamente pretrattato e diluito, rappresenta un valido medium per la crescita di Spirulina.
Infatti, questa microalga, integrandosi all’attività dei batteri naturalmente presenti nei sottoprodotti, cresce e si moltiplica, sfruttando i sali e i nutrienti organici e inorganici presenti in essi, con rese di rimozione del COD (Domanda Chimica di Ossigeno) del 90% (Fig.2).
Tali risultati consentirebbero da un lato di valorizzare meglio i sottoprodotti caseari, dall’altro di limitare i costi di produzione delle microalghe, andando a diminuire l’uso di fertilizzanti chimici dei medium comunemente utilizzati per la crescita dell’alga.
Le biomasse algali, ottenute da questi processi integrati, potranno essere utilizzate per la produzione di mangimi o additivi per il settore dell’acquacoltura e per quello zootecnico in generale, oltre che per l’estrazione di molecole bioattive ad alto valore aggiunto, utili nella cosmesi.
L’Istituto sta attualmente testando dei mangimi a base di microalga per l’acquacoltura all’interno del proprio impianto a ricircolo, con delle prove alimentari su gruppi di giovanili di storione (Acipenser baerii).
Diverse le microalghe testate (Scenedesmus, Nannochloropsis.) tra cui anche l’Arthrospira platensis cresciuta su scotta (Fig. 3). Tali alghe sono state inserite in parziale sostituzione della farina e dell’olio di pesce, quali alimenti funzionali per una maggiore sostenibilità del settore acquacoltura. Dati preliminari sui tassi di accrescimento dei giovanili di storioni mostrano che le diete sperimentali a base di spirulina presentano un’ottima appetibilità e performance zootecnica.
Fig. 1: Osservazione al microscopio ottico di un tricoma di Arthrospira platensis
Fig. 2: Andamento del COD (g O2/L) nella coltura micralgale
Fig. 3: fotobioreattore cilindrico utilizzato per la prova di crescita di spirulina su scotta
Fig. 4: Spirulina liofilizzata cresciuta su scotta utilizzata come ingrediente nei mangimi in acquacoltura per le prove di alimentazione su giovanili di storione
Articolo a cura dell’Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani
1 Comment
Complimenti per gli studi effettuati e per i risultati raggiunti ,molto interessanti .